• Cos’è il Growth Hacking?

    In Italia il Growth Hacking è ancora poco conosciuto, ma se vi dicessi che si tratta di creazione di strategie digitali non convenzionali e alto ritorno di investimento? Forse penserete che vale la pena saperne qualcosa di più, no?

    Growth Hacking: definizione

    Andiamo a definire meglio questo Growth Hacking e capiamo da dove nasce l’accostamento di questi due termini. A volte le parole inglesi hanno la capacità di sintetizzare ed esemplificare un concetto molto più di quanto riesca l’italiano: prendiamo il termine “hacker” colui che naviga bene le acque del web, trova nuove strade, modifica ciò che è dato per scontato; il suo obiettivo? il growth, la crescita di un business. Ecco che inizia a delinearsi una nuova figura, quella del Growth Hacker.
    Il Growth Hacking è un vero e proprio mindset creativo, adattabile, misurabile ed espandibile, che si applica testando differenti soluzioni attraverso rapidi esperimenti.

    Definizione Growth Hacking

    Importante ricordare che un esperimento per essere definito tale deve rispettare tre caratteristiche: la misurabilità, la ripetibilità e la scalabilità. Quando il Growth Hacker indovina la giusta combinazione, l’esperimento vincente, il cosiddetto Grawh Hack, otterrà un alto ritorno dell’investimento (ROI) e una crescita molto rapida della clientela.
    Come dice Sean Ellis, colui che ha coniato questo nuovo approccio, “il growth hacking è un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business.” – Sean Ellis

    Quali strumenti utilizza il Growth Hacker?


    Per arrivare al Growth Hack è fondamentale capire quanto sia determinante l’importanza dei dati. Strumenti come Google Analytics e Hubspot, che sfruttano la potenza dei dati per targetizzare l’audience e massimizzare la conversione dei potenziali clienti, devono diventare come il pane quotidiano per un Growth Hacker.
    Tuttavia, è bene ricordare che il principale strumento a disposizione del nostro Growth hacker è la creatività, dunque la domanda sorge spontanea:

    Tutti possono diventare Growth Hacker?

    La risposta è ni; ovviamente esistono corsi, ma la creatività non si può comprare. Sicuramente si potrà allenare come un muscolo, ma se non si ha una determinata predisposizione sarà difficile capire come sfruttare il pensiero laterale per far crescere un business partendo da un insight del target.

    Perché si parla di Growth Hacking per start up?

    In un contesto dove i canali tradizionali sono sempre più saturi, i costi di acquisizione sono sempre più alti e gli utenti sono sempre più bombardati da pubblicità è difficile creare un business, soprattutto per nuove realtà che si affacciano ora in questo oceano rosso di competizione.
    Il primo obiettivo del Growth Hacking è portare traffico sul sito web, il secondo è abbattere i costi di questo processo, soprattutto in un’ottica di lead generation. Questo non significa lavorare senza un budget: sarebbe ipocrita pensarlo, tuttavia la chiave di volta si raggiunge solo attraverso l’ottimizzazione delle risorse. Il Growth hacking nasce, infatti, in un contesto di start up dove le possibilità economiche sono minime ma la voglia di crescere è tanta.

    Il nostro team di Growth Hacking

    In questo scenario la Net Pairing Communication ha deciso di formarsi e di offrire un servizio di Growth Hacking a supporto di ogni tipo di start up o piccola e media impresa che voglia lanciarsi sul mercato. Come? Attraverso un approccio totalmente innovativo pensato e strutturato ad hoc da un team di giovani professionisti che si occuperà di strategia creativa, programmazione digitale e analisi dei dati. Qual è il nostro punto di forza? L’attività di networking. Lavorare insieme ci permette di avere una visione a 360°, di unire idee e competenze senza mai perdere il focus dal nostro obiettivo primario: la soddisfazione dei nostri clienti.

    26/01/2020