Al giorno d’oggi il campo di battaglia in cui si fronteggiano le varie aziende non è più il prodotto in sé e per sé. La linea che unisce il consumatore con l’azienda non termina più all’acquisto del prodotto ma prosegue con il servizio. Su questo si gioca la competizione nell’ottica del value centered design, ovvero sulla risultanza di un processo di mediazione tra gli obiettivi di business della committenza e gli obiettivi dell’utenza. Il quesito della committenza del terzo millennio non è più dunque come vendere il prodotto più competitivo, ma come vendere il servizio più concorrenziale. In merito a questo è stato introdotto il concetto di User Experience.
Cos’è la User Experience?
Il termine User Experience riguarda gli aspetti esperienziali, affettivi, l’attribuzione di senso e di valore collegati alla fruizione di un prodotto e/o servizio, ma include anche le percezioni personali su aspetti quali l’utilità, l’intuitività, l’usabilità e la semplicità di utilizzo.

La User Experience può quindi essere definita come: l’esperienza che il prodotto crea per le persone quando esso viene usato nel mondo reale.
User Experience design: in cosa consiste?
La User Experience (UX) design mira a garantire che gli aspetti estetici, funzionali ed emozionali di un prodotto e/o servizio siano adatti allo specifico contesto in cui verrà utilizzato. Più tale prodotto o servizio sarà complesso, più sarà necessario definire le modalità d’uso dello stesso, con l’obiettivo finale di ridurre al massimo il gap presente tra le intenzionalità di chi progetta e l’uso effettivo dell’utilizzatore.
Cosa fa uno User Experience Specialist?
Lo User Experience Specialist si occupa di progettare lo scheletro del servizio. Nello specifico analizza i competitor, svolge ricerche sugli utenti, verifica l’idoneità del prodotto in relazione ai bisogni individuati e sviluppa la meccanica dell’utilizzo attraverso l’utilizzo di specifici strumenti d’analisi e progettazione.

User Experience e Growth Hacking: punti di incontro
Se la progettazione UX tende verso l’uso di dati qualitativi, i growth hacker preferiscono i dati quantitativi. Per entrambi, tuttavia, i dati rappresentano la chiave del successo. I growth hacker raccolgono e analizzano i dati per sapere se i clienti sono engaged con il prodotto e per conoscere i canali attraverso i quali si convertono, mentre i progettisti UX richiedono dati principalmente per vedere come e perché può essere utilizzato quel determinato prodotto.
Quali sono le competenze di base per entrambi i settori? Creatività e innovazione. I growth hacker devono sfruttare il pensiero out of box per sviluppare idee di crescita innovative e le variazioni rispetto all’A/B test convenzionale. Dall’altra parte, i progettisti UX devono anch’essi essere creativi e innovativi per realizzare soluzioni intuitive che rispondano ai problemi degli utenti.
Come la UX può portare alla crescita della tua azienda/start-up?
Sfruttando i diversi touch-points dei consumatori, la progettazione della User Experience riesce a garantire una rapida crescita.
Per raggiungere tale obiettivo, i progettisti UX devono conoscere e comprendere a fondo il pubblico destinatario e lo fanno soprattutto attraverso l’uso di dati qualitativi. Una buona progettazione ha la sua efficacia nella misura in cui arriva a conoscere approfonditamente i bisogni, le motivazioni, le abitudini del proprio target di riferimento. Soltanto così sarà possibile creare un servizio user-centered in cui l’utente possa trovare le risposte ai propri bisogni.
Anche se il valore della progettazione UX può essere difficile da quantificare e misurare, essa ha un effetto incisivo sul successo di un’azienda o di una start-up. Non ha senso attirare molti utenti se non possono essere conservati, ed è qui che diventa determinante il valore della User Experience.
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